Eravamo rimasti a Cairns, nel claustrofobico ostello per ggggiovani casinari.
Anche qui la fauna locale viene a darci il benvenuto:
Decidiamo anche di testare la cucina locale.
Seguendo il suggerimento del canadese che la sapeva lunga, prenotiamo l'ostello Dougies Baclpackers a Port Douglas. Sempre Queensland, sempre più a nord, sempre più caldo. A Cairns passa a caricarci il colorful bus del Dougies che gratuitamente
fa su e giù 3 volte a settimana,
in concomitanza con la “discesa in città” dei gestori
per rifornimenti (quando apre il carrello bagagli per lanciare i
nostri zaini è PIENO semplicemente di casse di birra di ogni
marca...).
Il tizio ci offre anche un bus lollipop, per
addolcire il viaggio..e comunque non ce ne sarebbe bisogno: la strada
è bellissima. Captain Cook Highway è la strada che costeggia tutta
la costa est del Queensland fin su a Cape Tribulation. Km di strada
rasomare che mostrano spiagge lunghissime e sempre deserte. SS passa
il tempo con la testa fuori dal finestrino per sentire il vento e
immaginarsi di star percorrendo quei km in moto...finchè il BB non
la cazzia perchè la tipa di fianco ha i capelli tutti sparati per
aria. Embè? Se non si lamenta vuol dire che va bene così, anche
perchè ci sono 40° quindi un po' d'aria non fa male. E se le da
fastidio che si leghi i capelli. Se non voleva scompigliarsi la piega
aveva solo da non venire in queste terre selvagge. Tsk.
Il guido prima di scaricarci in ostello
ci fa anche fare un giretto di Port Douglas per mostrarci le
facilities principali, e molto carinamente ci porta anche nel punto
panoramico più alto, che se volessimo raggiungerlo a piedi
perderemmo milza, fegato e polmoni tutti in un colpo. Mai visto un veicolo salire da
una strada tanto ripida. Specialmente se carico di valchirione
teutoniche grondanti burro da ogni poro...
Lì scopriamo anche di essere circa
15.000 km da casa. Sulla bussola non c'è né Torino né Roma,
l'Italia non se la filano. Ma ci tariamo su Parigi. Nostro malgrado.
Veniamo quindi scaricati al Dougies, dove veniamo accolti da
uno staff...o in palese botta da oppiacei, o spaventosamente felici
della propria esistenza passata al check in di un ostello. Non
ricordo di essere mai stata così tanto rintronata e ipnotizzata dal
parlare a ruota libera. Alla fine la guardavo e annuivo ma il mio
cervello galleggiava in un mare di gelatina colorata. Probabilmente
stava esalando gli oppiacei di cui sopra e li ho innavertitamente
inalati. Indubbiamente però tanta vitalità era contagiosa.
Bell'accoglienza! E non era la classica finta vitalità da animatore
di villaggio. Era proprio vera.
Beh. Il posto sembra carino. Tutti
minibungalow con passerelle e tettoie in legno, immersi tra le piante
tropicali, piscinetta, luci colorate di notte che illuminano la
vegetazione e tutto il resto. Ma capisco che è il posto GIUSTO
quando trovo sparse in giro le amache! Quand'ero piccola pensavo che
nella vita non desideravo grandi cose. Mi bastava poter vivere in una
catapecchia ammuffita purchè ci fosse qualche metro quadrato di
verde intorno e un'amaca. Mi ci sono fiondata per scoprire se era
ancora così...e in effetti sì. Continuo a non desiderare grandi
cose. Un'amaca sotto due piante, un gatto che mi ronfa addosso mentre
leggo e un cagnolino che scava buche lì intorno. Fatto sta che basta
iniziare a dondolare sull'amaca per ritrovarmi anch'io in botta
entusiastica come la tipa del check-in. E' bello quando le cose che
ci riempiono di vero entusiasmo sono le più piccole e stupide, come
i bambini.
![]() |
Perfette per occultarsi agli occhi del mondo...in tipico stile SS. |
Anche qui la fauna locale viene a darci il benvenuto:
La vite è stata volutamente tenuta nello scatto per darvi un'idea di quanto fosse piccolo questo gechino... |
Wanna play hide and seek with me? You foolish... |
E lui!
Purtroppo non siamo riusciti a fargli
foto decenti perchè sgattaiolava freneticamente nel buio senza sosta...ma è un bandicoot! Una specie di topo gigante ma col
marsupio, col muso affilatissimo ed elegante, che vagava per i cespugli e il
prato appena scendeva il buio, annusando ovunque in cerca di cibo. Ho
sentito dell'aria sui piedi e c'era questo ratto gigante ma col
musetto simpatico che mi sniffava i piedi :D e ovviamente, ho
iniziato a inseguirlo dappertutto...Teti, lo so è un ratto, ma inseguo proprio
qualsiasi animale...insetti a parte. Probabilmente era anche un po'
cieco come una talpina perchè si lasciava avvicinare senza che si
rendesse conto di cosa succedeva, ma appena sentiva un rumore
nelle vicinanze scappava.
Cosa dire su Port Douglas. Cittadina di
mare molto carina, con diversi resort di lusso ma che s'intuiscono a
malapena attraverso la boscaglia tropicale. Anche qui niente di
invasivo. Niente di particolarmente eccezionale da segnalare, ma è
bella la natura in generale. Da qui si può partire per tante
escursioni, a caccia di balene e delfini, a fare snorkeling sulla
barriera corallina, alle Mossman Gorges (gole di acqua dolce),
arrivare fin dove la strada finisce a Cape Tribulation...ma alla fine
noi abbiamo optato, dato il poco tempo, di goderci il Dougies e un
po' di relax, così che sono riuscita a far fuori quasi 3 libri in 3
giorni. E il BB...beh non lo so, avrà battuto tutti i suoi record a
qualche gioco per ipad di cui mi rifiuto di conoscere anche solo il
nome...
Anche perchè coi JelliFish di mezzo
(sì anche qui) non è proprio il periodo ideale per fare snorkeling,
per quanto i tour si facciano comunque e ti facciano affittare una
stinger suit, una tutina di licra che dovrebbe proteggere dalle
meduse. Una specie di burkini insomma. Qui gli arabi integralisti
sarebbero avvantaggiati. Peccato che non ne abbiamo praticamente
visto neanche l'ombra. In un mese di girovagare abbiamo visto DUE
donne col chador, quindi la versione soft del velo, che copre solo i
capelli. E forse DUE uomini di colore. E' un po' distante come luogo
di emigrazione da scegliere. Per arrivare in USA c'hanno pensato
secoli di schiavitù, ma per arrivarci volontariamente l'Europa è
più vicina. Qui è ovviamente terra di emigrazione più che altro di
Filippini e ogni altro popolo con gli occhi a mandorla. Oltre
naturalmente agli italiani.
In ogni caso, la spiaggia di Port
Douglas di chiama 4 mile beach, ed è effettivamente una distesa di
sabbia a perdita d'occhio, con alle spalle una striscia di boscaglia.
Una versione tropicale della Versilia, con le palme al posto dei pini
marittimi. Con la differenza che una noce di cocco, se ti centra, ti
fa secco, una pigna è già più difficile. Ma naturalmente qui, se
al mattino non esci di casa dovendo correre almeno un rischio
mortale, la vita è noiosa...
Essendo periodo di JellyFish, la
balneazione è vietata se non all'interno di un'apposita barriera
antimeduse...qui la natura si prende la rivincita sull'uomo. Siamo
noi a dover essere rinchiusi in una rete. Da naturalista, mi piace
come contrappasso sull'uomo! Ma mi rifiuto di fare il bagno in una
gabbia. Fanculo. Aspetterò la stagione giusta, altrimenti qual è il
gusto di nuotare in mare se non hai quel senso di libertà?
La spiaggia è quindi battuta più che
altro da sparuti kite surfers e da camminatori voraci.
La rete anti-meduse...o forse anti-uomo. |
La cosa bella è che il vento soffia talmente forte da riempirti le orecchie e invadere del tutto la mente, rendendo impossibile qualsiasi altro pensiero. Puoi anche cantare a squarciagola ma nessuno ti sente, se non forse qualcuno a un km più dietro di te. Camminando da sola una mattina, mi è venuto da cantare questa, non so perchè visto quant'è malinconica. Chissà a chi sarà arrivata.
Decidiamo anche di testare la cucina locale.
Ovvero i famosi (per chi ha frequentato paesi anglofoni) spaghetti in lattina
che già 15 anni e più fa vedevo sugli scaffali dei supermercati UK.
La curiosità è forte e anche già sapendo perfettamente che ci faranno schifo,
proviamo a testarli. Basta mezza forchettata per farli finire
direttamente nello scarico del Dougies. Ora, io non sono affatto una schizzinosa nel
mangiare, ho campeggiato selvaggiamente inforchettando robe direttamente dalla lattina
senza manco poterle scaldare, e non sono nemmeno appassionata di
pasta, che se va bene, cucino una volta ogni 6 mesi. Ma quella roba è IMMONDa. Gli “spaghetti” appena sfiorano la lingua o il palato si
disfano in poltiglia (senza minimamente masticare) e hanno la
consistenza del pongo, il sugo è una specie di ketchup rancido e le
polpette, giuro, hanno la stessa consistenza, odore e aspetto dei
bocconcini per i gatti. Ora capiamo perchè sono tutti esaltati dalla
cucina italiana quando vengono da noi in vacanza. Eccerto fijoj...se
la Heinz di sta cippa vi fa credere che QUESTI siano spaghetti col
sugo!!!
Sapevamo che il test avrebbe dato un
esito disastroso, ma non ci aspettavamo così tanto. Ci siamo
sacrificati per amor di scienza e conoscenza.
Mapppercorpodimillebalene! Ormai il cibo del diavolo era entrato in circolo dando i suoi deleteri effetti sulla psiche...
Mapppercorpodimillebalene! Ormai il cibo del diavolo era entrato in circolo dando i suoi deleteri effetti sulla psiche...
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